I Partecipanti per la Gita di Gravina
“essere testimone al mondo di tutto che può l’amore di Dio” (Don Fustachio Montemurro)
Una gita, un gruppo, diversità di pensieri, carismi, personalità, età, esperienze ecc…, ma tutti in un unico pensiero, in un’unica forza, e in un'unica ricerca del vero, nonostante in quello insieme e dinamico senso della vita, erano felici. Una bella esperienza vissuta dalla comunità parrocchiale di Sant’Angelo le Fratte, in cui si può dire che l’umanità rimane fedele alla sua origine se si sforza contemporaneamente di afferrare il significato della vita. La gita mirava alla conoscenza di quanto è grande l’amore di Dio e il quanto l’amore di Dio è reale e presente nel mondo. Don Eustachio Montemurro, figlio di un notaio vissuto nel passaggio del secolo XVIII e inizio del Sec XIX; come medico, professore e poi Sacerdote, operò nella ricerca e nell’impegno per il bene comune (il bene che solo gli uomini di buona volontà e nella gratuità cercano), operò per l’aiuto dei più bisognosi, e con la vita ci ha lasciato una bellissima testimonianza che la fede non è mai impedimento, non è mai un ostacolo per una politica, per una educazione, per l’economia, e per le famiglie; anzi la fede, o meglio, l’esperienza di fede è accoglienza del dono di Dio offerto all’uomo, che suppone infatti la volontà di riconoscere e di accogliere il bene. Essa si inserisce nella realtà dinamica della coscienza morale personale. Necessario e ragionevole è credere a un altro anche quando si ha il bisogno di conoscere quello che avviene nell’intimo nascosto di un’altra persona. La fede è la via regia, spesso l’unica, per penetrare nell’intimo delle altre persone, vale a dire nelle realtà più importante che esista per l’uomo. l’unica via anche per penetrare nei pensieri e nelle intenzione di Dio. Mentre i membri della comunità conosceva ascoltavano e vedevano la realtà della storia; tra di loro si sentiva dire spontaneamente in momenti diversi. “ad sempre Imparare” c'è sempre da imparare. Infatti, vivere è un dinamismo e il giorno 21 novembre presentazione della Beata Vergine Maria e anniversario della fondazione della Pia Associazione dei Piccoli Fratelli, fu verificata che la conoscenza, ma soprattutto la disponibilità di riunirsi insieme per conoscere, per scoprire le verità esistenti, è un continuo imparare che ci porta alla verità dell’esistenza nella quale coinvolge la persona nella sua totalità, nella sua coscienza e nella sua reciprocità con le coscienze degli altri. In fine, la gita per la comunità parrocchiale di Sant’Angelo le Fratte; ci ha insegnato che la creatività nella recettività, è una apertura agli altri, che uno può accogliere il suo essere-aperto all’Assoluto. Ai Parrocchiani il mio grazie per far capire che la capacità di organizzare insieme: una gita e ancora di più, di viverla insieme tra preghiere, canti, battute e dialogo, in un'unica fede in Cristo Gesù, si può “testimoniare al mondo tutto ciò che può l’amore di Dio”, come diceva Don Eustachio Montemurro.
Don Wagno