Crisi economica: realtà o finzione?
Si sa, di questi tempi non si fa altro che parlare di crisi economica, del lavoro, degli aumenti generali, non si arriva a fine mese, ma da dove nasce tutto questo? Provando ad analizzare gli stili di vita degli ultimi cinquanta anni, si nota sensibilmente un cambiamento delle nostre abitudini ma soprattutto delle nostre priorità di vita. Ad esempio negli anni orsono nessuno si sarebbe immaginato di non poter vivere senza un telefono cellulare con fotocamera e collegamento ad internet continuo, che poi vai a vedere quale sia la reale esigenza di essere sempre collegato con tutto il mondo se non altro per non essere emarginato dalla società o solo per sentirsi dire “tu non hai internet sul cel?”. Questo è uno degli esempi più pratici per spiegare il mio pensiero, cioè: siamo vittime della società, la quale, ci ha spinti verso dei comportamenti standardizzati tanto da far accrescere in noi esigenze, false a mio avviso, vitali o, cosa ben più grave, essere emarginati dalla stessa. Questo repentino martellarci con messaggi subliminari ci ha portato alla ricerca dell’oggetto più cool del momento facendoci perdere il lume della ragione, dirottando le nostre entrate non più su generi di prima necessità, bensì su oggetti, poco o del tutto inutili, di cui si potrebbe tranquillamente fare a meno. Certo ora fare il passo del “gambero” è un po’ difficile invece è stato rapidissimo fare il salto della “lepre”. Basti pensare che con un calcolo semplificato la spesa mensile procapite per il solo cellulare è di almeno 15 euro mensilmente, prevedendo una famiglia di n°4 persone si contano 60 euro mensili che si tramutano in ben 720 euro annui, questo vale se si prende in considerazione l’ipotesi di un telefono a testa! Con questo non voglio fare i conti in tasca di nessuno, tantomeno condannare chi ne possiede uno,me compreso , ma solo far capire che in fondo i responsabili della fantomatica crisi, forse o certamente, siamo tutti noi, abituati a non farci mancare nulla che non sia realmente necessario. I nostri avi hanno vissuto bene lo stesso senza tecnologia e senza soldi, noi, invece siamo allo sbaraglio e non sappiamo con chi prendercela, invece di farci un esame di coscienza. Certo è più comodo sparlare riguardo allo stipendio enorme dei parlamentari tutti e dei dirigenti ma, il problema non nasce ora, il problema c’era prima, perché è stato permesso tutto questo? Certo in un periodo di “vacche grasse” nessuno se ne poneva il problema, e, come la pianta che quando cresce ha bisogno di un sostegno per reggersi dritta, se la gente non si è lamentata quando tutto ciò si compiva ora, che loro detengono il potere cosa mai si può fare? Il problema è sempre lo stesso: ognuno pensa solo ed esclusivamente all’erba del proprio giardino che al parco di tutti.
Per la serie: “NUN T-NIMM PAN, IAMM TRUANN SAUZICCHIO”
Valerio Vincenzo Morrone