7°Edizione Presepe Vivente.
La 7° edizione del presepe vivente che si è svolta il 26 dicembre 2011 e che si doveva svolgere il 6 gennaio 2012 ma per motivi meteorologici non si è potuta svolgere, anche quest’anno ha avuto un gran successo!!!. La manifestazione ha previsto, prima, la sfilata dei figurantes per le vie del centro storico e poi, nel magnifico e suggestivo scenario delle cantine ove si svolta la visita alla grotta della natività, la simulazione di antichi mestieri e consuetudini di vita contadina: casa contadina, taglia legna, fucina di antico fabbro ferraio, bottega del falegname, arrotino, donna col fuso e diversi altri personaggi, poi assaggi di piatti poveri delle antiche tradizioni contadine della valle del Meandro, intorno a un mega - falò preparato per l’occasione. Circa 100 figurantes di tutte le fasce di età, hanno partecipato alla manifestazione, in costumi d’epoca. Ad organizzare l’evento L’Associazione di Promozione Sociale “Il Seminatore”, con la collaborazione del forum giovanile, l’associazione Albatros, e la locale associazione di protezione civile. La manifestazione si è annunciata anche di grande spessore culturale, proprio perché frutto di una ricerca sul territorio: sugli antichi mestieri della valle, sulle tradizioni e consuetudini contadine. Gesù nasce tra i poveri e in poveri condizioni: da Dio si fa povero per combattere la morte; da Dio si fa povero per portare la luce. Il presepe è la traduzione plastica della povertà, perché è fatto di personaggi per lo più poveri che sono quelli più disponibili ad accettare il messaggio di pace. Gli organizzatori hanno pensato di calare l’evento della natività del figlio di Dio tra i poveri del posto con il loro costume d’epoca, immaginando come potessero vivere il Natale i nostri nonni. La capanna, realizzata di materiali poveri, è stata ricavata in un anfratto della roccia della montagna sovrastante il centro abitato, nel suggestivo scenario delle cantine. Ciascuno dei partecipanti ha simulato un mestiere di cui potrebbe svanir il ricordo, in tempi brevi. Chi ha visitato la capanna con l’umile mangiatoia, ha avuto modo di consta tare di persona che l’ambiente lo ha coinvolto ed è stato catapultato, come per incanto, nel passato, fuori dal consumismo, fuori dalle luminarie e ha potuto, al tempo stesso, assaggiare i piatti poveri della tradizione natalizia contadina,come: la polenta, patate les se, salsicce preparate al momento in umili tuguri, scapedd’, formaggi, fatti in modo tra dizionale, durante la manifestazione.
Prof. Antonio Monaco