Il Falò di San Giuseppe
ritorna a Sant’Angelo...
Il 18 Marzo c.a. si è celebrato nell’anfiteatro comunale la seconda edizione del tradizionale fuoco di San Giuseppe. In questo articolo vorrei esprimere un mio personalissimo pensiero sulla manifestazione, ma prima corre l’obbligo di fare dei ringraziamenti a tutte le persone che hanno creduto ciecamente nel nostro “piccio” e mi riferisco al Sindaco Michele Laurino, a Domenico De Vita che gentilmente ci ha concesso parte dell’attrezzatura, a Loisi Giovanni e Grippo Giuseppe Mario che hanno curato l’accensione e mantenimento del falò (perché con il fuoco non si scherza), a Lembo Giovanni che ci haconcesso gli ulivi, all’impresa Gricop che ci ha messo a disposizione il camion, al bar Bob Rock Teresa che insieme al bar La Taverna ci hanno concesso parte delle bevande, a Franco Romano che ha animato la serata con un fantastico karaoke e con tanti balli, un ultimo ringraziamento va al Forum dei Giovani che ci ha dato una mano per l’intera serata. L’evento organizzato dalla redazione de “Il Santangiolese” per festeggiare la festa di San Giuseppe/festa del Papà voleva richiamare nell’anfiteatro i nostri cuori, le nostre amicizie il nostro essere comunità. Tutte le persone che ho menzionato insieme a tutti i partecipanti alla serata (circa 200 persone) hanno contribuito alla realizzazione e buona riuscita della manifestazione, sfidando anche l’aria gelida della sera pur di onorare chi ha voluto riprendere una tradizione storico/religiosa. Dicevo la manifestazione ha avuto successo perché ha visto partecipe molti giovani, famiglie, ma soprattutto nonni con i propri nipoti al seguito. Ebbene è questa l’immagine più bella che ricorderò della serata perché riprendere un’antica tradizione ed essere coadiuvati nell’azione di sensibilizzazione e di spiegazione da chi, come i nonni, quella tradizione l’hanno insegnata a me è come far partecipe degli studenti, dopo la teoria, ad un laboratorio, ovvero vedere dal vivo e toccare con mano l’esperienza raccontata chissà quante volte. Ricordando che le tradizioni possono andare perdute o occultate dalle nuove tendenze, credo, questo, sia il risultato più grande, aver dato un contributo concreto alla comunità affinché si tramandi negli anni la nostra cultura e chissà sia da stimolo per altre ed importanti iniziative da mettere in piedi nel futuro prossimo con l’amore della famiglia quell’amore che non scompare MAI.
