Potenza, Sat: scatola vuota che costa
200mila
euro l'anno
POTENZA - L’acronimo è Sat. Che sta per Servizi di assistenza tecnica. Come l’Acta (l’azienda comunale per la tutela ambientale) è una società controllata dall’Amministrazione comunale per il 51% - l’altro socio individuato con procedura di evidenza pubblica è l’Ecosfera - ed opera nell’ambito degli obiettivi dell’Amministrazione Comunale di Potenza, con lo scopo di fornire servizi di assistenza tecnica nella elaborazione e nello sviluppo del Prusst.
Nata nel 2001, doveva essere soppressa nel 2010 se il Consiglio comunale (che ha competenza sulle società partecipate) il 30 dicembre non avesse deciso la sua proroga. Altri tre anni per l’esattezza, visto che la parola fine dovrebbe giungere il 31 dicembre di quest’anno. Per molti però è come una scatola vuota, riempita di poltrone compensative per esigenze della politica. Ma di cosa si occupa concretamente la Sat? E quanto costa? Anzitutto è bene chiarire da chi è composto il Consiglio di amministrazione, per metà espresso dal Comune e il resto per parte privata. Presidente è Gerardo Nardiello, il cui compeso annuo lordo complessivo è pari a 16mila euro. C’è poi il consigliere Rocco Pergola (e il dimissionario Lino Sibillano) a cui si affiancano le figure di Maria Concetta Pergola e Michele Frascolla (che sulla carta non percepiscono alcuna indennità di carica). Ma a cosa serve mantenere in vita una «società controllata» che costa al Comune di Potenza circa 200 mila euro l’anno tra organi direttivi e di controllo? «Intanto – spiega l’amministratore delegato Michele Frascolla – vorrei sottolineare un dato: fino all’anno 2012 la Sat non ha gravato minimamente sul bilancio dell’Amministrazione comunale, nel senso che si regge attraverso i progetti su cui ha concorso con il Comune perchè venissero finanziati (ha curato ad esempio la stesura del piano urbano dei trasporti). Non solo: ha evitato persino di fare assunzioni, cosa che avrebbe costituito un’eredità di cui farsi carico. Un solo dato: non ha assunto neanche una segretaria per mia precisa volontà, contando solo sulla piena operatività dei soci. Il giudizio sul nostro operato lo lascio agli altri, so soltanto che non resterà un «bubbone» per l’Amministrazione comunale».
Celestino Benedetto